venerdì 16 settembre 2011

SALUTI BIS!

Ormai è sicuro: nonostante la voglia, gli sforzi e la buona volontà da parte del sottoscritto, per quest'anno, di pubblicare l'antologia, non se ne parla! L'appuntamento è rinviato per i primi mesi del 2012 e terrò aggiornato il blog man mano che ci saranno novità.
Per questo nuovo post vi lascio le due ultime ottave di un componimento anonimo.


Viva Venezia Patria mia gioconda,
zardin de tutte le virtù più belle,
che fa andar fin la più remota sponda
del so valor la fama, e fin le stelle,
forte, benchè fondada sora l’onda,
più assae dell’altre, e che tra le Donzelle
sola la xe che hà sempre conservà
el fior soave della libertà.

Amici cari che me conossè,
ho stampà per vù altri sta Canzon,
accettela de cuor come la xe
senza metterla all’altre in paragon:
se con riguardo la custodirè,
sarà de gratitudine l’azion.
Qua sospendo la penna arida e taso,
e per l’aria ve mando un dolce baso.

(ottave 69-70 di 70)


"Li Baccanali del Mare" per la solenne Regatta che si fece il giorno di mercoledì 3 giugno 1767 in Venezia ad onore di Sua Altezza Serenissima Carlo Eugenio. 1767.


Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844), Il Canal Grande dalla fondamenta della Croce a Santa Chiara e allo sbocco nella Laguna

sabato 1 gennaio 2011

SALUTI!


Qui finiscono le poesie del blog che resterà, così com’è, a disposizione di tutti (cliccando in basso a destra la freccetta corrispondente all'anno 2010 appariranno i mesi e, cliccando di nuovo, i poeti corrispondenti).
Come ho già precisato nella PRESENTAZIONE, nel volume a stampa (che non so ancora quando verrà pubblicato visto che la mia ricerca non è finita) verranno aggiunti una quarantina di poeti. Al contrario altri, presenti nel blog, non faranno parte dell’antologia ma le loro poesie saranno sempre qui consultabili. Si potranno leggere inoltre (e quindi, far riscoprire), vari versi tratti da poemi scritti interamente in Lingua Veneziana, ossia, opere poetiche che nella Repubblica di Venezia venivano pubblicate, divulgate e apprezzate ordinariamente, al contrario di adesso.
Mi dispiace e chiedo scusa a quei poeti che non ho ancora trovato, a quelli che riscoprirò più tardi e a tutti quelli che non troverò mai.
Sicuramente, quando il libro sarà pronto, lo comunicherò e vi saluto con le frasi e i versi di due ultime opere.
Grazie di cuore a tutti i poeti e a tutti i lettori di questo blog.


P.S.: Nel caso che qualche poeta o proprietario dei diritti delle poesie del blog non abbia piacere che siano qui riportate, basta che mi contatti e provvederò immediatamente alla rimozione. Grazie.

***

[...]
“Ahi, madre mia, quale giorno funestissimo, quale giorno veramente infernale per tutti, fu quello del 12 maggio, vero giorno dell’ira divina, in cui esplose una tempesta mai vista prima d’ora, e tutte le nubi che gravavano sulla nostra patria, cariche di una pioggia maligna e di una grandine devastatrice, si apersero finalmente per inondare Venezia con ogni satanica distruzione! Giorno veramente nefasto e spaventoso, dove alla sera si ribaltò ogni piedestallo spirituale ed etico su cui posava la nostra Repubblica, e si osarono pronunciare parole di disprezzo, di esecrazione e di odio verso quelle stesse bandiere, verso quegli stessi ideali che, da secoli e secoli, fino alla mattina di quello stesso terribile e maledetto giorno, erano tenuti in onore ed erano motivo di gioia e gloria!
[...]
Nel momento in cui le pallottole fischieranno la mia morte, io griderò per l’ultima volta, come una suprema testimonianza di fede e di amore, quel grido che ora essi vietano ed aborrono (ma tanto, più di uccidermi non possono fare), il grido eroico e meraviglioso di:
“VIVA SAN MARCO!”.

Federico Fontanella, “Antonio Margarini, ovvero, la sera del 12 maggio 1797”, Editoria Universitaria, Venezia 2008

***

Era ‘l quadro, ch’a gli occhi ‘l primo apparse,
d’un superbo Leone un bel composto,
di biondo pel, di chiome lunghe, e sparse,
e gran Donna sul dorso anco s’ha posto;
se le tempie di gemme havea cosparse,
in Regio manto il corpo era nascosto;
tien la destra lo scettro ed ha nell’altra
aureo timon la Donzelletta scaltra.

Stende ‘l fiero animale i primi piedi
oltre nel mare, e gli altri in terra ei posa,
dinanzi a cui ben lungi aperto vedi
un libro scritto in dilettevol prosa,
che pace annuncia a Marco: e se tu chiedi
chi la Donzella sia vag’amorosa
questa è la Donna altissima dell’acque,
che custode di pace in guerra nacque.

(Canto XI, Ottave 29-30)


Giulio Strozzi, “La Venetia Edificata. Poema Eroico”, 1624