mercoledì 21 novembre 2012

SANDRO BOATO

(1938)

Sandro Boato è nato a Venezia ma si è trasferito a Trento nel 1966. Il tre agosto 2003, "La Nuova" pubblicava una sua poesia a seguito di una sua lettera che riporto, in parte, qui sotto.
 
Ho trascorso una settimana a Venezia, mia città natale, dopo molti anni di lontananza scandita da brevi visite saltuarie. Per la prima volta ho avvertito con sgomento l'estraneità da una città dove la presenza turistica è divenuta ormai marea debordante, avendo superato di molto il limite ecologico e sociale di una equilibrata convivenza tra cittadini residenti e turisti foresti. Venezia mi appare denaturalizzata, alienata dalla sua storia, sconvolta nella sua quotidianità. C'è, forse, chi può mostrare dati eloquenti a sostegno di questa impressione: il lassismo dell'amministrazione comunale verso i cambi di destinazione d'uso degli immobili e il moltiplicarsi di alberghi e pensioni equivale infatti all'accelerazione della cacciata dei residenti superstiti del centro storico...
 
 
RIVEDARTE VENESSIA
 
Ga dovesto rivar la tromba d'aria
par verzarse 'na sfesa de traverso
fra s'ciapi de turisti, come carte
da zogo, impachetàe,
roversàe dal vento e tute sparse
lassando un fià de aria, a respirar
a védar altre viste, architeture,
sentir el sigo cupo del cocàl
no sofegà da sento vosi aliene
a vardar qualche ciassa natural
pini de mar e glicine e oleandri
gondola sola
sensa copiete, sensa cansonete.
Scravassa su Venessia
aqua a seci
che lavada de tanta porcarìa
dai muci de scoasse, da plotoni
da drìo de 'na bandiera de agensia.
La sera vien co' tènare promesse,
velo de rosa fa pensar al sol
de doman, quando tornarà el bontempo
no piovarà più aqua, ma foresti
ancora, da ogni parte, a sésti, a ore:
procession sensa soste e sensa sal
da l'Asia, da l'Australia, da le Americhe.
Sta sità la sta mal
consumada e magnada come pan
e l'anema desfada.